In Caio Iulio Caesare acutum ingenium magnaque belli peritia fuerunt ...
In Caio Giulio Cesare ci furono un ingegno acuto e una grande abilità di guerra; infatti superava tutti i colleghi.
Da molto giovane era altrettanto appassionato di letteratura Latina e Greca, ma scelse con grande dedizione la gloria delle armi. Così, fu un illustre scrittore e un valoroso comandante. Lo elogiammo come pretore in Spagna, ed egli sconfisse in una difficile guerra i Lusitani, più forti di molti abitanti della Spagna. In seguito, con varie e piuttosto difficili battaglie, sottomise i popoli della Gallia, e consolidò i confini dell'impero Romano contro gli attacchi dei Barbari.
Aveva fatto un patto con Crasso e Pompeo, ma dopo la morte di Crasso, combatté contro Pompeo sul campo di battaglia presso Farsàlo e sconfisse il rivale. Navigò verso Alessandria, e, con un tragitto particolarmente veloce attraverso l'Egitto, si affrettò verso la Spagna, dove si trovavano i suoi nemici. In seguito, ritornò in patria, abbellì Roma con bei monumenti, e governò lo Stato con grandissima saggezza.
Più generoso che cauto, aveva concesso il perdono a molti nemici, e, con la troppa indulgenza, aveva accresciuto la temerarietà dei congiurati. Alle Idi di Marzo, Cesare si recò nella curia, dove Bruto e Cassio, insieme a pochi compagni, uccisero con i pugnali il dominatore di Roma.