Prisci Romanorum poetae agrorum familiarumque vitam, patriae gloriam et deum potentiam canebant, itaque mira scripta efficiebant ...

Gli antichi poeti dei Romani celebravano la vita dei campi e delle famiglie, la gloria della patria, e la potenza degli dei, e così producevano meravigliosi componimenti.

Il primo poeta dei Romani è Livio Andronico. Grazie al lavoro di Livio, dai Romani venivano letti i libri di Omero, famoso poeta Greco, e veniva recepita la saggezza dei Greci. In seguito Gneo Nevio, nei suoi libri, narrava le vittorie dei Romani contro i Cartaginesi nella Prima Guerra Punica.

Poi, Tito Maccio Plauto, commediografo, componeva per i Romani molte palliate: nelle opere di Plauto veniva raccontata la vita quotidiana dei padroni con i servi. L'altro illustre poeta commediografo è Terenzio, che veniva portato via dall'Africa come prigioniero. Invece le storie preteste del poeta Quinto Ennio celebravano la gloria delle armi di Roma e dei Romani.

L'altro famoso poeta di preteste era Pacuvio. Ennio e Pacuvio erano Calabri: di loro, tuttavia, oggi non ci resta nessun libro completo. Da noi sono recuperati soltanto pochi frammenti, grazie ad Aulo Gellio.

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