Quibus rebus Romam nuntiatis, tantus repente terror invasisse animos civium ...
Dopo che questi fatti furono annunciati a Roma, si dice che all'improvviso un terrore tanto grande invase gli animi dei cittadini che il console Lentulo, dopo essere andato ad aprire l'erario e a prelevare il denaro da dare secondo la delibera del senato a Pompeo, appena ebbe aperta la santissima cella, fuggì da Roma.
Infatti si diceva, in maniera falsa, che Cesare si avvicinava sempre di più e che i suoi cavalieri ormai erano arrivati. Seguirono costui (Lentulo) il collega Marcello e la maggior parte dei magistrati.
Cn. Pompeo, partito da Roma il giorno prima di quel giorno, si diceva che procedesse verso le legioni che aveva collocato in Apulia per i quartieri invernali dopo averle ricevute da Cesare. Gli arruolamenti intorno a Roma vengono sospesi; appare chiaro a tutti che al di qua di Capua nulla è al sicuro. Solo a partire da Capua i Pompeiani si rassicurano, si riorganizzano e stabiliscono di tenere gli arruolamenti dei coloni che, in base alla legge Giulia, erano stati portati a Capua.
Una volta condotti in piazza i gladiatori che Cesare teneva lì in una scuola gladiatoria, Lentulo li incita con la promessa della libertà e fornì loro cavalli e dette l'ordine di seguirlo.