Quisquis adest faveat: fruges lustramus ...

Chiunque è presente faccia silenzio: purifichiamo le messi e i campi come vuole il rito tramandato dagli antichi avi. Oh Bacco, avvicinati, e dalle tua corna penda la dolce uva, e tu, o Cerere, cingi le tempie di spighe.

Nel sacro giorno riposi la terra, riposi l'aratore, e abbia tregua la dura fatica, una volta che il vomere sia stato appeso. Sciogliete i lacci ai gioghi: ora i buoi devono stare presso le mangiatoie piene, con il capo incoronato.

Tutte le cose siano poste al servizio del dio: nessuna donna osi accostare al pennecchio la mano per filare la lana. Anche voi esorto a stare lontano, si astenga dagli altari colui al quale Venere ha portato piaceri la scorsa notte. Agli dèi piacciono le cose pure: avvicinatevi con una veste candida e raccogliete l'acqua della fonte con mani incontaminate. Osservate come si avvicini agli altari sfolgoranti l'agnello sacro e, dietro, la folla vestita di bianco, cinta di ulivo nei capelli.

Oh dei della patria, noi purifichiamo i campi, noi purifichiamo i contadini: voi scacciate i mali dai nostri terreni, né il campo vanifichi il raccolto con erbe velenose, né l'agnella che si attarda abbia timore dei rapidi lupi.

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