Il ricco Epulone e il povero mendicante
Homo quidam erat dives, qui induebatur purpura et bysso et epulabatur cotidie splendide. Et erat quidam mendicus …nunc autem hic, consolatur, tu vero cruciaris"
C’era un certo, che si ricopriva di porpora e di bisso, ed ogni giorno banchettava spledidamente.
E vi era un tale mendicante, di nome Lazzaro, che giaceva presso la porta di quello, pieno di piaghe. Sebbene desiderasse sfamarsi delle molliche che cadevano dalla tavola del ricco, nessuno gliene dava: anzi, arrivavano perfino i cani e leccavano le sue piaghe. Successe, però, che il mendicante morì e fu portato dagli angeli nel grembo di Abramo.
Morì anche il ricco, e fu fatto sprofondare nell’inferno. Allora alzando i propri occhi, mentre si trovava tra i tormenti, il ricco, da lontano, vide Abramo e, nel grembo di lui, Lazzaro. Quindi, gridando, disse: " Padre Abramo, abbi pietà di me ed invia Lazzaro ad intingere la punta del suo dito nell’acqua per rinfrescare la mia lingua, poiché in questo inferno io vengo torturato!" Ed Abramo gli disse:
"figlio, ricorda che poiché, durante la tua vita, hai ricevuto beni, e Lazzaro, nella stessa misura, ha ricevuto sciagure, invece ora questo viene confortato, invece tu vieni tormentato.