Vendit aedes vir bonus quae aliqua vitia habent: in omnibus cubiculis apparent ...

Un uomo onesto vende una casa che ha alcuni difetti: in tutte le stanze compaiono serpi, essa è mal costruita e pericolante (la frase latina è al plurale perché i suoi elementi concordano con "aedes", che ha forma plurale, ma significato singolare di "casa"), ma nessuno all'infuori del padrone sa questa cosa. Però il venditore non dice queste cose ai compratori.

Non fa forse ciò in maniera disonesta e fraudolenta? Dice Antipatro: Egli lo fa senz'altro, infatti il venditore sa di indurre il prossimo in un errore. Diogene viceversa (dice): Forse che ti ha costretto a comprare? Quello ha messo in vendita una cosa che non (gli) piaceva, tu hai comprato una cosa che (ti) piaceva. Laddove infatti la scelta è del compratore, quale può essere, lì, la frode del venditore?

È una cosa stupida che un venditore racconti i difetti di quella cosa che egli vende. È una cosa assurda che un banditore, per ordine del padrone, premetta: Vendo una casa decadente.

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