Dario e gli Sciti - Valerio Massimo versione latino callidae voces

Dario e gli Sciti VERSIONE DI LATINO DI VALERIO MASSIMO TRADUZIONE dal libro CALLIDAE VOCES

Dareo totis regni sui viribus in eorum regionibus subinde impetum facienti paulatim cedentes ad ultimas iam solitudines pervenerant....

A Dario che frequentemente faceva assalto con tutte le truppe del suo regno contro i loro paesi a poco a poco quelli che avanzavano erano giunti nei deserti più lontani, interrogati poi da lui attraverso i legati quando avrebbero messo fine di fuggire o che avrebbero fatto l’inizio di combattere risposero che non avevano alcuna città né campi coltivati per i quali combattessero: del resto, essendo giunti al sepolcro dei loro genitori, avrebbe saputo in che modo sollevano gli Sciti combattere; ma con questa sola tanto religiosa sentenza la selvaggia e barbara popolazione si riscattò da ogni crimine di crudeltà.

La natura quindi è la prima e migliore maestra di pietà, e quella senza alcun impiego di parola, alcun uso di cose scritte imponendosi con le proprie e silenziose forze infonde nei cuori dei figli l’affetto dei genitori. A cosa dunque giova la conoscenza? Naturalmente perché gli ingegni diventino più raffinati, non moralmente migliori, perché una virtù veramente salda suole essere innata più che essere foggiata.

Chi infatti istruì nomadi che vivevano sui carri e che nascondevano i loro corpi nei nascondigli delle selve alla maniera delle fiere e sbranando le belve a rispondere a Dario in questo modo?

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