La cultura letteraria non nuoce alla religione
Nutant enim plurimi ac maxime qui litterarum aliquid attigerunt...
Moltissimi infatti vacillano e soprattutto coloro che attingono qualcosa della cultura letteraria.
Infatti in tal senso sia i filosofi sia gli oratori che i poeti sono dannosi, perché possono con la soavità del parlare e la dolce modulazione della voce dei carmi che scorrono adescare facilmente gli animi incauti. E per tale motivazione ho voluto congiungere la sapienza con la religione, affinché qualcosa di inconsistente non possa opporsi agli studiosi di quella dottrina affinché la conoscenza della cultura letteraria non solo ormai non rechi per nulla danno alla religione e alla giustizia, ma possa giovare anche quanto più è possibile, se colui che apprende tale cultura, sia più istruito nelle virtù, più sapiente nella verità.
Inoltre anche se non possa giovare a nessun'altro, certamente gioverà a noi: si compiacerà della conoscenza, e la mente gioirà di essere riversata nella luce della verità, perché è il foraggiamento dell'anima perfuso di una certa incredibile piacevolezza. Veramente non bisogna disperare, non cantiamo forse ai sordi. Infatti la situazione non è in un così cattivo stato, che le menti sane manchino di queste cose e la verità Sia gradita e vedano e seguano la strada indicata giusta per loro.
Ora la coppa è cosparsa di miele celeste di sapienza, affinché possano essere bevuti i rimedi amari dagli imprudenti senza offesa, mentre la prima dolcezza allettando nasconde l'amarezza del sapore aspro sotto la parvenza della soavità.
(By Maria D. )