Teodosio Felix
Teodosio Felix versione latino Agostino
Alium tyrannum Eugenium, qui in illius imperatoris locum...magis doluit exorta quam cuiquam nocere voluit terminata.
L'altro tiranno Eugenio, che era stato messo (sul trono) in modo illegittimo al posto dell'imperatore combatté contro il suo esercito assai agguerito più con la preghiera che con le armi.
I soldati presenti mi hanno riferito che venivano strappati loro di mano i giavellotti, perché un vento impetuoso soffiava dalle schiere di Teodosio contro le schiere avverse e non solo portava via con violenza tutti i dardi che erano scagliati contro di loro ma addirittura faceva tornare indietro contro i nemici le loro stesse frecce. Per questo il poeta Claudiano, per quanto contrario al cristianesimo, ha cantato nel panegirico per lui: O prediletto di Dio, per cui Eolo fa uscire dagli antri un ciclone in anni, per cui combatte l'atmosfera e i venti si adunano come alleati per le azioni militari (Claudiano, De tert.
cons. Hon. Aug. 96-98). Dopo la vittoria, ottenuta come aveva creduto e previsto, fece abbattere gli idoli di Giove che non saprei con quali riti erano stati intenzionalmente sacralizzati alla sua sconfitta e collocati sulle Alpi e con gioviale munificenza ne donò i fulmini, dato che erano d'oro, agli inviati i quali per scherzo, giustificato d'altronde dal lieto evento, dicevano che desideravano essere fulminati da essi. La violenza della guerra aveva levato di vita, ma non per suo comando, alcuni suoi nemici, e i loro figli non ancora cristiani avevano cercato scampo nella Chiesa.
Egli, data l'occasione, volle che divenissero cristiani, li amò con carità cristiana, non li privò dei beni e li onorò con cariche. Non tollerò che dopo la vittoria le inimicizie private si volgessero a danno di qualcuno. A differenza di Cinna, Mario, Silla e altri simili, che non vollero considerare finite le guerre civili anche dopo che erano finite