Una gaffe di Alessandro
Callidae Voces pagina 258 numero 296
Matrem quoque et liberos regis in eadem urbe deponit. ... Fine: Cave, obsecro, in contumeliam acceperis ignorationem meam” (Callidae Voces)
Lasciò al sicuro nella medesima città anche la madre e i figli del re. E ordinò di consegnare a Sisigambi - infatti la trattava con ogni onore e anche con una devozione filiale - vesti macedoniche e molto tessuto purpureo, per caso inviatogli in dono dalla Macedonia, insieme a coloro che le avevano confezionate e raccomandò di avvertirla che, se la veste le piacesse, abituasse le sue nipoti a realizzarla.
Le lacrime spuntate per queste parole svelarono l'animo di lei che rifiutava quel dono: dal momento che le donne Persiane non considerano nessun'altra cosa più oltraggiosa del lavorare la lana. Coloro che avevano portato i doni riferirono che Sisigambi era triste, e (ad Alessandro) sembrò che la situazione fosse meritevole e di una scusa e di un conforto.
Pertanto lui personalmente si recò da lei e le disse: "Madre, guarda questa veste che indosso non solo è un dono, ma anche un lavoro delle mie sorelle: le nostre usanze mi hanno ingannato. Ti scongiuro, non considerare come un oltraggio la mia ignoranza".