L'oratore deve essere retto - Quintiliano versione latino Certamen

Sit ergo nobis orator quem constituimus is qui a M. Catone finitur vir bonus dicendi peritus, verum, id quod et ille posuit prius et ipsa...

Un oratore che mi sono proposto di formare con i miei insegnamenti deve essere quindi un uomo onesto esperto nell'arte del parlare, secondo la definizione di Marco Porcio Catone.

Ma quello che Catone ha messo al primo posto, e che è l'aspetto più pregevole e più grande per la sua stessa natura, è il suo essere un uomo perbene, e questo per due motivi. Se infatti quest'abilità retorica fornisse a un simile oratore soltanto le armi della frode, l'eloquenza sarebbe ciò che vi è di più dannoso per il bene comune e per il bene dei singoli cittadini; io stesso, che pure ho compiuto sforzi incredibili, per quanto era nelle mie possibilità, nel tentativo di far progredire in qualcosa le possibilità dell'arte oratoria, avrei fatto un pessimo servizio all'umanità fornendo queste armi non a un soldato, ma a un brigante.

Perchè parlo di me? La natura stessa, proprio per aver dimostrato una particolare benevolenza nei confronti degli uomini e per averci voluto distinguere dagli altri animali, sarebbe stata una matrigna, e non una madre, se avesse inventato l'arte oratoria per farla diventare complice dei delitti, avversaria dell'innocenza, nemica della verità.

Sarebbe infatti stato meglio nascere muti ed essere totalmente privi dell'intelligenza piuttosto che trasformare i doni della provvidenza nella nostra rovina reciproca.

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