Annibale, ospite in Bitinia del re Prusia, è raggiunto dai Romani
Patres conscripti, qui Hannibale vivo numquam se sine insidiis futuros esse...
I senatori, i quali ritenevano che non sarebbero mai stati liberi da insidie finché Annibale era vivo, mandarono ambasciatori in Bitinia, che chiedessero al re che non tenesse con sé il loro grande nemico e che lo consegnasse a loro.
Annibale, infatti, si tratteneva in una sola località, in una fortezza che gli era stata data dal re in dono, e l'aveva costruita in modo che in ogni parte dell'edificio avesse uscite. Essendo arrivati gli ambasciatori dei romani là, e avendo già circondato la sua casa con una moltitudine (in folla), un ragazzo guardando dalla porta disse ad Annibale che più uomini del solito apparivano armati.
Questi gli ordinò che facesse il giro di tutte le porte della fortezza e che gli riferisse rapidamente se fosse assediato allo stesso modo da ogni parte. Poiché il fanciullo (gli) aveva riferito in fretta che cosa ci fosse gli aveva rivelato che tutte le uscite erano state occupate, comprese che ciò non era avvenuto per caso, ma che lui era ricercato e che la vita a lui non dovesse essere conservata più a lungo.
E così per non perderla per l'arbitrio altrui, trangugiò un veleno, che sempre era solito avere con sé.
(by Tombolina84)
Versione tratta da Cornelio Nepote
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