La volpe e l'aquila - Versione Codex

Quondam audacissima aquila vulpinos catulos sustulit et in nido suo posuit:.... Interdum sublimes debent humiliores metuere, quia humiliores facillimam vindictam parant.

Una volta un'aquila assai sfrontata portò via i cuccioli di una volpe e li pose nel suo nido: desiderava infatti offrirli come cibo ai suoi piccoli molto gracili.

La volpe madre giunse sotto l'albero assai alto dell'aquila ed implorò il rapace assai malintenzionato: "Io sono più debole di te: ti prego, proteggi  me, (che sono) più misera da un lutto così grande!" Ma l'aquila tenne in poco conto la preghiera della povera volpe perchè era al sicuro su un albero molto alto. Allora la volpe prese dall'altare degli dei un tizzone ardente e  con le fiamme circondò tutto l'albero: garantiva al nemico una morte assai atroce, anche a danno del suo sangue.

Ma l'aquila (sott.: nonostante fosse) molto arrogante, poiché vedeva il pericolo di una morte orribile, volle salvare i suoi piccoli e supplicando, consegnò alla volpe i suoi nati.

Talvolta quelli che si trovano molto in alto devono temere i più umili: infatti i più umili preparano con molta facilità la vendetta.

Versione tratta da Fedro

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