Caligola, un iconoclasta della cultura e della storia

Caligola, un iconoclasta della cultura e della storia
versione latino e traduzione libri Compitum e laboratorio di latino 2

INIZIO: (Caligula) Nec minore livore ac malignitate quam superbia... FINE: Vetera familiarum insignia nobilissimo cuique ademit, Torquato torquem, Cincinnato crinem, Cn. Pompeio stirpis antiquae Magni cognomen.

Caligola, con non meno invidia e cattiveria che superbia e violenza, infierì contro quasi tutti gli uomini del suo tempo.

Abbattè le statue di uomini illustri portate per la strettezza da Augusto dall'area Capitolina al campo di Marte, tanto che non poterono essere ricostruite con le iscrizioni intatte, e dopo vietò di costruire in qualsiasi posto la statua o l'immagine di chiunque vivente senza la sua opinione e autorizzazione. Pensò anche di abolire i poemi omerici, dicendo: perché non si può/è lecito (fare) come fece Platone, che bandì l'antico poeta dalla città che governava.

Ma poco mancò che rimovesse da tutte le biblioteche le opere e le immagini di Virgilio e Tito Livio perché accusava l'uno come senza ingegno e con poca dottrina/intelligenza, l'altro come un chiacchierone/bugiardo in storia e scorretto. (discusse) anche con i giuristi consulti, quasi volesse abolire ogni uso della loro scienza, spesso diceva di fare in modo che non potessero dare nessuna risposta eccetto lui. Tolse ai cittadini più nobili le distinzioni familiari:

a Torquato la collana, a Cincinnato i capelli, a Cn. Pompeio il soprannome di antica stirpe di "Grande".

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