L'invito alla libertà - Tacito versione latino compitum
L'invito alla libertà VERSIONE DI LATINO
di Tacito TRADUZIONE dal libro Compitum
Ne Vindicis aciem cogitarent: Batavo equite protritos Aeduos Arvernosque; fuisse inter Verginii auxilia Belgas, vereque reputantibus Galliam suismet viribus concidisse....
Non pensate al combattimento di Vindice: gli Edui e gli Arverni li aveva travolti la cavalleria batava e tra le truppe ausiliarie di Virginio c'erano i Belgi e, a voler guardar bene, la Gallia era caduta per opera delle sue proprie forze.
Ora tutti stiamo dalla stessa parte, con in più l'esperienza della disciplina militare in vigore nei campi romani. E abbiamo al nostro fianco le coorti veterane, che di recente hanno costretto le legioni di Otone a piegare le ginocchia.
Restino pur schiave la Siria, l'Asia e l'Oriente, abituato al potere dei re: in Gallia vivono ancora molte persone nate prima dei tributi. E se non altro, di recente la Germania, col massacro di Quintilio Varo, si è liberata dalla schiavitù e ha provocato alla guerra non un Vitellio, ma Cesare Augusto. La natura ha donato la libertà anche agli animali incapaci di parola, ma il valore è un bene distintivo dell'uomo, e gli dèi assistono i più valorosi.
Assaliamo, dunque, noi sereni e tranquilli, un nemico preoccupato, noi freschi, un nemico stanco. Mentre alcuni appoggiano Vespasiano e altri Vitellio, abbiamo la strada aperta contro entrambi.