I precetti degli stoici - VERSIONE latino e traduzione contextere
I precetti degli stoici
versione latino traduzione Libro : Contexere Verba esercizi 2 versione numero 33 pagina 125
Fuit enim quidam summo ingenio vir, Zeno, cuius inventorum aemuli Stoici nominantur....
Una volta infatti ci fu un uomo di grande ingegno, Zenone, i seguaci delle sue idee (le idei di cui) sono definiti Stoici.
Esistono di lui detti ed insegnamenti di questo tipo. Il saggio non è mai è dalla compiacenza, mai perdona lo sbaglio di qualcuno; nessuno è misericordioso eccetto lo stolto e il superficiale; non è proprio dell’uomo né lasciarsi supplicare né essere piegato;
solo i sapienti sono belli, anche se (in realtà sono) molto deformi, ricchi, anche se (sono in realtà) molto poveri; re, anche se (in realtà sono) schiavi; noi poi che non siamo sapienti, ci descrivono fuggitivi, esuli, nemici, insomma pazzi; ogni peccato è uguale; ogni delitto è un crimine turpe, e non delinque meno quello che soffoca un pollo domestico, quando non ce n’è bisogno, di quello che soffoca il padre;
mai il sapiente non dubitai, mai si pente di nessuna azione, mai si inganna in nessuna cosa, non cambia mai parere.