La storia di Anna - versione latino

Post Aeneae profectionem Didonisque mortem, Numidae, gens fera bellicosaque, Carthagini finitima, in urbem vacuam ab defensoribus ineunt....

Dopo la partenza di Enea e la morte di Didone, i numidi, gente selvatica e bellicoso confinante con Cartagine, penetrarono nella città libera da difensori.

Anna, sorella di Didone, fu cacciata dalle sedi regie dal Iarba, re dei numidi: prima fece le esequie alla sorella, poi lasciò la città con molte lacrime. Sul lido trovò la nave ed i compagni e con vento favorevole arrivò nell'isola di Melita. Allora il re dell'isola era Batto, che offrì ospitalità alla donna esule e ai suoi compagni e esclama con grande voce: resterai qui finché vorrai restare.

Anna, lieta della nuova sede, passò per due anni una vita tranquilla nell'isola, ma il terzo anno Pigmalione, suo feroce fratello, assedia con la flotta Melita e annuncia attraverso gli ambasciatori al re: se non mi consegnerai la tua ospite e mia sorella, devasterò l'isola con ferro e fuoco e distruggerò le città di tutta l'isola.

Batto era amante della pace e temeva le grandi opere di Pigmalione, tuttavia, poiché Anna la voleva salva, la incita: noi non possiamo sostenere la forza dei nemici, cerca la salvezza con la fuga. Così la povera donna di nuovo si imbarca sulle onde del mare e cerca un'altra sede.

Parte seconda
Cum pygmalion, saevus Annae frater, inslam Melitam cum classe oppugnavit et sororem a rege Batto poposcit ...

Quando Pigmalione, fratello crudele di Anna, attaccò l'isola con la flotta e reclamò la sorella da Re batto, la povera donna spiegò nuovamente le vele e si recò in Lazio, dove Enea con la moglie Lavinia governava i Latini e i Troiani con grande giustizia e onestà.

L'uomo troiano accolse benevolmente l'esule, dicendo: "Anna, non siamo immemori dei benefici di tua sorella, perciò sarai sempre ben accetta". Ma la moglie Lavinia, mossa dall'invidia, preparò insidie all'ospite.

Allora di notte apparve in sogno davanti al letto di Anna l'immagine di Didone e ammonì la sorella: "Affrettati a fuggire, amata sorella: infatti la regina invidiosa prepara un'ingiusta morte". Subito Anna si alza dal letto e si allontana dalla reggia. Mentre folle per il terrore corre per i campi nella scura notte, giunge alle rive del fiume Numico e cade tra le acque.

All'alba gli abitanti del luogo vedono le orme dei piedi e arrivano al fiume. Allora dalle acque sentono la voce di Anna: "Ora sono una ninfa del placido fiume, di nome Anna Perenna: infatti resterò sempre nelle acque perenni del fiume".

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