Le leggi contro i ladri - Gellio - versione latino - Cotidie discere
Draco leges, quibus Athenienses uterentur, primus omnium tulit. In illis legibus furem supplicio capitis puniedum esse et alia pleraque nimis severa censuit sanxitque....
traduzione dal libro cotidie discere 2 pag 51 n° 30
Dracone, primo tra tutti presentò le leggi affinché [relativa con valore finale] gli Ateniesi le utilizzassero.
In quelle leggi valutò e sancì che il ladro dovesse essere punito con la pena di morte e molte altre cose molto severe. Dunque le sue leggi, dal momento che sembravano troppo dure, furono cancellate non con un decreto e una legge, ma con il tacito consenso degli Ateniesi. In seguito utilizzarono altre leggi più permissive, proposte da Solone. Egli con la sua legge reputò di punire i ladri non, come Dracone prima, con la morte, ma con il risarcimento del doppio.
Tuttavia i nostri Decemviri, che dopo la cacciata dei re scrissero su dodici tavole le leggi, affinché il popolo romano le utilizzasse, non utilizzarono né la stessa severità nel punire i ladri di ogni tipo, né eccessiva e negligente clemenza. Infatti permisero che il ladro colto sul fatto, solo allora fosse ucciso se, o mentre compiva il furto fosse notte, o di giorno si fosse difeso con una spada quando lo catturavano.
Per gli altri ladri scoperti, comandarono che quelli liberi fossero frustati e affidati a colui al quale il furto era stato fatto; quelli schiavi fossero frustati e gettati dalla rupe Tarpea, ma vollero che i giovani adolescenti fossero frustati su decisione del pretore e da questi fosse risarcito la malefatta compiuta.