Non potevo essere in collera con te - Versione Cicerone da Cotidie Discere

Non potevo essere in collera con te
Versione Cicerone dal libro COTIDIE DISCERE

Mi frater, mi frater, mi frater, quis putaverit me iratum esse tibi nec te videre voluisse ob hanc iracundiam?...

Oh fratello mio, perché avevi pensato che io fossi adirato con te e non volessi vederti a causa di questa ira? Io dovrei essere arrabbiato con te? Mi è possibile adirarmi con te? Quel mio lodato ufficio di console mi tolse te, i figli, la moglie, la patria, la buona sorte.

Questo vorrei che tu ricordassi. Veramente vedo che da te io non ebbi altro che gioie; al contrario tu da me amarezza, timore, dolore, solitudine.

Io non avrei voluto vederti? Invece non volli essere visto da te. Infatti tu non avresti visto tuo fratello: non quello che tu avevi lasciato, non quello che tu conoscevi, non quello che mentre si allontanava dalla patria avevi salutato in lacrime. E almeno tu mi avessi visto morto già prima, o avessi avuto notizia della mia morte!

Magari avessi lasciato come in eredità a te e ai miei figli la mia integra dignità e non avessi trascinato voi con me in questo disonore del nostro nome! Vorrei che tu proteggessi anche la mia Terenzia, e che mi tenessi informato di tutto.

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