Cum nuntium de Patrocli caede audivit Achilles extra munitiones processit ...
Quando sentì la notizia dell'assassinio di Patroclo, Achille avanzò al di fuori delle fortificazioni, emise un lamento luttuoso, e infuse il timore in tutti i Teucri; immediatamente ritornò alla battaglia insieme all'esercito, e compì una grande strage di nemici.
Sfidò Ettore, l'assassino di Patroclo, ad uno scontro uno contro uno, uccise l'avversario, e (ne) trascinò il cadavere, legato al carro, per la polvere macchiata di sangue, fino alla tenda. Allora Priamo, l'anziano re dei Teucri, durante la notte, si recò all'accampamento dei Greci.
Il vecchio aveva come accompagnatore Mercurio: il dio ricoprì il re con una densa nuvola e lo guidò incolume attraverso le truppe dei Greci. Quando giunse alla tenda di Achille, Priamo si accasciò a terra, offrì doni di grande prezzo, e, con voce fievole, richiese il cadavere del figlio per la sepoltura. Le compassionevoli parole dell'anziano piegarono il duro animo di Achille: infatti l'aspetto di Priamo, richiamò alla mente dell'eroe la figura del padre; per giunta, anche su Achille incombeva un destino luttuoso.
Perciò il Pelide accolse Priamo con gentilezza, (gli) restituì il corpo del figlio, e rimandò incolume l'anziano nella città.