Dedalo e Icaro
Daedalus eximius architectus apud tyrannum Cretae insulae...
Dedalo, illustre architetto, si rifugiò presso il tiranno dell'isola di Creta, e chiese ed ottenne ospitalità; così, riconoscente per le concessioni, su richiesta del tiranno, costruì il Labirinto.
Poi però suscitò l'ostilità del signore: così il tiranno rinchiuse Dedalo, insieme al figlio Icaro, nel Labirinto. Il fanciullo piangeva tristemente. Ma Dedalo: Perché ti lamenti, mio caro figliolo?
Il tiranno ha il controllo della terra e del mare, ma non del cielo. Le vie dei cieli sono ancora aperte: per cui escogiteremo una nuova macchina per la fuga. Subito, con la cera, uniscono delle pene, e fabbricano delle ali; adattano le ali alle spalle, e, felici, volano via dal Labirinto. Il fanciullo batteva le ali con grande gioia, e attraversava le estese brezze del cielo, ma, inavvertitamente, si avvicinò troppo alle stelle.
I raggi di Febo ("del sole") sciolsero la cera: così il fanciullo cadde nel mare e morì. Dedalo, al contrario, giunse in Italia, nella città di Cuma, e lì, nel tempio di Febo, consacrò al dio le ali di cera.