Fortuna dea est, terrarum domina ...
La Fortuna è una dea, la sovrana del mondo. I marinai vogliono trovare tra le onde, oppure sulle sabbie della spiaggia, bauli riempiti di pietre preziose e di perle.
Gli agricoltori rivoltano le zolle dure e cercano una vena d'oro, oppure una pentola con del denaro sotto la terra. Anche le matrone e le fanciulle dedicano innumerevoli vittime e corone floreali e di spighe alla Fortuna. Le matrone chiedono tuniche abbellite da spille preziose, oppure bauli ricolmi di bracciali, le fanciulle desiderano ottenere pietre preziose e splendide nozze.
Ma la Fortuna è volubile e cieca: perciò spesso al posto della ricchezza arriva la povertà, al posto dell'abbondanza (arriva) la carestia, al posto della gioia (arrivano) preoccupazioni ed tribolazioni. Perciò dobbiamo temere l'incostanza della Fortuna, e non dobbiamo attenderci la vera felicità dalla Fortuna.
Infatti rendono la vita realmente gioiosa e felice, non il gioco dei dadi, né i bauli ripieni di ricchezze, né l'abbondanza di dracme oppure di anfore, ma la laboriosità, la parsimonia, la concordia, la moderazione.