Lycia Marco nubit, villa splendide exornata est ...

Licia sposa Marco; la fattoria è stata decorata in maniera splendida, e l'intera famiglia trascorre il giorno di festa con una grande moltitudine di amici.

La fanciulla mette da parte i sonagli e la toga pretesta, simboli della fanciullezza, e veste la tunica delle nozze, lunga fino ai piedi e bianca, ed il flammeo ("il velo nuziale"). Le amiche e le ancelle abbelliscono con delle rose la chioma della sposa, e con delle fibbie preziose la veste. La bella fanciulla, insieme ad una casta madrina, si avvicina all'altare della dea Lucina: infatti la sorte delle nozze è posta sotto la protezione di Lucina.

Licia invoca la dea; anche le amiche implorano la benevolenza delle dee e degli dei, e augurano gioia e ricchezza alla novella sposa. Allora la madrina unisce le mani destre di Marco e di Licia, e Licia pronuncia le parole abituali: Dove tu sarai Gaio, io sarò Gaia. Poi si siedono alla tavola, apparecchiata sontuosamente; flautisti e giullari allietano il banchetto.

Verso sera, tutti i convitati conducono la sposa, insieme al marito, presso la nuova fattoria, mentre, nel frattempo, pronunciano preghiere votive, oppure fanno battute spiritose e gridano: Evviva! Felicità! Alla fine Licia, sollevata dalle braccia del marito, entra nella fattoria.

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