Pericles vir egregii ingenii Atheniensium rem publicam complures annos ...
Pericle, uomo di grande intelligenza, amministrò lo Stato degli Ateniesi per numerosissimi anni. Amministratore avveduto in tempo di pace, ed esperto di arte militare in tempo di guerra, accrebbe le ricchezze di Atene, e curò sempre l'interesse dello Sato:
perciò, gli storici definirono il governo di Pericle "democrazia". Allora ad Atene vigeva la libertà: infatti il potere era nelle mani del popolo, l'ingordigia della ricchezza non aveva ancora pervaso gli animi dei cittadini.
Gli Ateniesi si radunavano su un colle nei pressi dell'Acropoli, dove stabilivano le leggi. Eleggevano anche i giudici tra i cittadini: l'imputato sosteneva la sua causa, poi i giudici mettevano una tavoletta di bronzo dentro un vaso, e condannavano, oppure assolvevano il cittadino. Dunque Pericle non si oppose mai alla libertà, anzi ascoltò sempre le richieste del popolo, ragion per cui il potere della cittadinanza crebbe di più giorno dopo giorno.
Nel giorno della morte, parenti e amici, stando di fronte a Pericle morente, (ne) enumeravano le vittorie e i trofei; allora Pericle, interrompendo i discorsi degli amici, disse: Ma il trofeo più grande è che nessuno, tra i cittadini, ha vestito l'abito del lutto a causa mia.