Ut pater familias patriam potestatem habet sic temporibus antiquis rex caput ...

Così come il padre di famiglia detiene la patria potestà, allo stesso modo, nei tempi antichi, il re era il capo di tutta la popolazione.

Però, così come il padre di famiglia presta ascolto ai suggerimenti dei saggi e degli assennati, allo stesso modo, nel governo della popolazione, il re consultava i senatori. Eleggevano il re le curie dei patrizi; i sacerdoti invece conferivano al re la sacra sovranità delle cerimonie e delle leggi, l'assemblea delle curie (conferiva al re) i poteri militari e civili.

I simboli della dignità regale erano il seggio curule, la toga purpurea, lo scettro d'avorio con l'aquila, la corona con foglie di quercia in oro; inoltre, dei littori, che portavano fasci di bastoni con una scure, precedevano il re. Il re proponeva all'assemblea del popolo le leggi, i trattati, la guerra oppure la pace, ma prima consultava i senatori; inoltre, in guerra, guidava le legioni contro i nemici, ed esercitava il potere non soltanto attraverso l'assennatezza, ma anche attraverso il coraggio e l'esempio.

Il re conservava il potere fino alla morte, ma non lo tramandava ai figli: infatti l'elezione del re spettava ai comizi curiati.

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