Roma è impegnata su diversi fronti contro nemici stranieri mentre maturano i semi della guerra civile

Incipit: Dum bellum in Numidia contra Iugurtham geritur, accidit ut Romani consules M. Manlius ... Fine: Qua re Sulla commotus cum exercitu ad urbem venit.

Mentre in Numidia si faceva la guerra contro Giugurta, si verificò che i consoli Romano M. Manlio e Q. Cepione vennero sconfitti dai Cimbri, dai Teutoni, dai Tugurini e dagli Ambroni, che erano popoli dei Germani e dei Galli, nei pressi del fiume Rodano.

A Roma fu grande il timore che i Galli arrivassero a Roma di nuovo. Dunque Mario, dopo la vittoria su Giugurta, fu eletto console per la seconda volta e fu il momento adatto per affidargli la guerra contro i Cimbri e i Teutoni. E così combatté con i Cimbri e li sconfisse. Nel frattempo i Cimbri e i Teutoni, il cui numero era ancora infinito, avevano trasportato i soldati in Italia.

Nuovamente si combatté contro di loro da parte dei consoli Caio Mario e Quinto Catulo, ma con più fortuna da parte di Catulo. Sotto il consolato di Sesto Giulio Cesare e Lucio Marcio Filippo, mentre finivano quasi tutte le altre guerre, accadde che in Italia intraprendessero una gravissima guerra i Picenti, i Marsi e i Peligni. Questi, obbedendo già da molti anni al popolo Romano, si agitavano per arrogarsi una giusta libertà. Questa guerra fu alquanto rovinosa. In essa fu ucciso il console Paolo Rutilio, Cepione, giovane nobile, e Porcio Catone, altro console.

Nel frattempo a Roma scoppiò la guerra civile, nello stesso anno anche la Mitridatica. Il console Caio Mario diede occasione alla guerra civile. Infatti essendo il console Silla mandato a condurre la guerra contro Mitridate, che aveva occupato l'Asia e l'Acaia, e trattenendo egli un poco l'esercito in Campania, Mario fece in modo di essere mandato alla guerra Mitridatica. Per questo Silla, turbato, si diresse in città con l'esercito.