Scontro con risvolti psicologici fra Annibale e Scipione
Eutropio ad litteram
Pax praesens et fragilis ab Hannibale ad Africam veniente turbata est ... et triumphanti fama a civibus victoriam celebrantibus acceptus est atque Aricanus appellatus est.
La momentanea e fragile pace fu disturbata da Annibale, che proveniva dall'Africa, e gli Africani ribellandosi fecero molte ostilità.
Però i loro ambasciatori, venendo dalla città, furono presi dai Romani, ma subito rilasciati, poiché l'aveva ordinato Scipione. Anche Annibale fu vinto da Scipione in più combattimenti e, temendo la forza dei Romani, chiese la pace. Quando i comandanti giunsero a colloquio, ad Annibale, che chiedeva un armistizio furono date da parte del comandante Romano pesanti condizioni di pace. Poiché ai Cartaginesi le condizioni non piacquero ed Annibale riprese la guerra, da parte di Scipione e di Massinissa, re dei Numidi, che rispettava il patto con i Romani, viene mossa guerra a Cartagine.
Annibale mandò esploratori al campo di Scipione ma il comandante Romano, dopo avere catturato i nemici, li condusse in giro per il campo, li mostrò all'esercito, poi diede loro anche del cibo e infine li rilasciò; gli esploratori fecero ritorno contenti all'accampamento dei Cartaginesi e raccontarono tutto ad Annibale, che ascoltò con grande attenzione. Poi venne preparato uno scontro dai comandanti che guidavano alla guerra tutte le loro truppe:
Scipione uscì vincitore, Annibale fuggì, nell'accampamento Cartaginese furono trovate molte suppellettili di argento ed oro. Dopo lo scontro fu stipulata la pace, Scipione tornò a Roma, fu accolto dai concittadini che celebrarono la vittoria con una splendida manifestazione di gloria e l'onore del trionfo e fu chiamato l'Africano.