Solo il ricordo affidato alla cultura rende l'uomo immortale
Incipit: Studia tua te clarum et nobilem eicient. De qua re exemplum Epicuri tibi dabo. Fine: Ingeniorum crescit dignatio nec ipsis tantum honor habetur, sed accipitur quidquid illorum memoriae adhaesit.
Ti renderanno famoso e nobile i tuoi studi. Ti offrirò un esempio di Epicuro di questo. Scrivendo ad Idomeneo, ministro allora del potere regio e che si occupava di fatti importanti, e richiamandolo da una vita appariscente ad una gloria fedele e stabile scrisse "Anche se tu sei toccato dalla gloria, i miei scritti ti renderanno famoso, non tutte queste occupazioni che coltivi e per le quali sei riverito". Non ha detto il falso: noi conosciamo Idomeneo solo perché Epicuro ne fece menzione nelle sue lettere.
Il nome di Attico non svanisce grazie all'epistolario di Cicerone. Su di noi si abbatterà il profondo abisso del tempo e cancellerà tutti quelli in cui si imbatterà, pochi ingegni tireranno fuori la testa, resisteranno all'oblio e si preserveranno a lungo. Io ti prometto, mio Lucilio, quello che Epicuro promise al suo amico: io avrò lustro tra i posteri, con me preserverò altri nomi e con essi il tuo. Tutti coloro che la fortuna rese famosi, che furono membra e parti della potenza altrui, ebbero favore e le loro case furono frequentate finché vissero: il ricordo è svanito rapidamente dopo gli stessi.
Cresce la considerazione degli ingegni e non si rende omaggio solo ad essi, ma si accetta quanto rimase attaccato al loro ricordo.