Ubi Aeneas iussu deum in Latium pervenit, societatem cum rege Latino iunxit et tanta ...

Quando Enea giunse nel Lazio per ordine degli dei, strinse un'alleanza con il re Latino, e la mantenne con una lealtà tanto grande, che prese in moglie Lavinia, la figlia del re. Dopo che nel Lazio ebbe fondato una città, la battezzò Lavinio, al fine di fare onore, per mezzo di tale nome, al nome della moglie.

Successivamente sconfisse i Rutuli e gli Etruschi, e mentre combatteva contro i nemici, arrivò al termine della propria vita. Ad Enea successe il figlio Ascanio, che, di propria mano, fondò una nuova città, a cui diede il nome di Alba Longa.

Ad Ascanio fecero seguito molti re, finché Amulio non cacciò dal trono il proprio fratello Numitore, allo scopo di regnare da solo. Dopo che Rea Silvia, la figlia di Numitore, una vergine Vestale, ebbe generato dal dio Marte, con un unico parto, due gemelli, Amulio, per brama di potere, mise nelle carceri la madre dei neonati ed ordinò ai propri servitori di lasciar andare i fanciulli nel Tevere. A quel punto, dal momento che era il periodo invernale, le acque scorrevano con un corso tanto impetuoso, che dilagarono al di fuori delle sponde, e i servitori del re non poterono accostarsi al fiume, ma abbandonarono le culle sull'asciutto, dove i gemelli sarebbero certamente morti di fame, se una lupa non avesse svezzato i bambini con il proprio latte.

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