Versione DOMUS - Cicerone - Elogio di un cittadino morto per la patria
Elogio di un cittadino morto
versione latino Cicerone libro domus
Vellem di immortales fecissent, patres conscripti, ut vivo potius Ser. Sulpicio gratias ageremus quam ho-nores mortuo quaereremus....
Vorrei, o senatori, che gli dei immortali ci avessero concesso di render grazie a Servio Sulpicio vivo piuttosto che dover ricercare quali onori dobbiamo rendergli, dopo la sua morte.
Certo, se quell'illustre uomo avesse potuto far lui il resoconto della sua missione, non dubito che il suo ritorno oltre che gradito a voi, sarebbe stato giovevole allo Stato; non già che a Lucio Filippo e a Lucio Pisone siano mancati zelo e diligenza nel compiere il loro dovere in una cosi alta missione; ma siccome Servio Sulpicio era ad essi superiore di età e a tutti per saggezza, strappato che fu, improvvisamente, al suo compito, lasciò tutta la legazione come orfana e senza sostegno.
Se mai giusto omaggio fu reso a persona morta nell'esercizio delle funzioni di ambasciatore, si deve convenire che a nessuno è più giusto renderlo che a Servio Sulpicio. Anche altri incontrarono la morte durante un'ambasceria, ma erano partiti senza alcun altro timore di morte che l'incertezza e il pericolo che sempre sovrastano alla vita dell'uomo; Servio Sulpicio invece, se partendo aveva la speranza di poter arrivare fino a Marco Antonio, nessuna ne aveva di far ritorno.
Sebbene conscio che con le sue precarie condizioni di salute ogni maggiore fatica poteva essergli di grave pregiudizio, egli non ebbe esitazioni e cercò, fino all'ultimo respiro, di portare un qualche aiuto allo Stato