Il pianto di Achille

Achilles ancillam pulcherrimam, Briseidem, diligebat, praemium pretiosissimum…

Achille amava una bellissima ancella, Briseide, preziosissima ricompensa di tante battaglie e di durissime fatiche.

Agamennone, re più potente che accorto, portò via la ragazza ad Achille. L'eroe patì la gravissima ingiustizia e, a causa dell'ira e della sofferenza, si tenne lontano dal combattimento. Achille aveva un amico, Patroclo, il più caro tra i compagni più leali.

Patroclo indossò le armi di Achille per condurre in battaglia i Mirmidoni. Ma poiché Ettore, il più illustre dei Troiani, era più forte di Patroclo, uccise il giovinetto in uno scontro molto violento. Achille, a causa della profondissima sofferenza, vagò a lungo vicino alle rive del mare, per invocare la madre divina.

Teti emerse dalle onde turchine per alleviare la sofferenza dell'amatissimo figlio, e promise un risarcimento per l'offesa da parte di Agamennone e il castigo di Ettore.

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