La vestale Cornelia è condannata a morte
Fremebat enim Domitianus aestuabatque in ingenti invidia destitutus. Nam cum Corneliam Vestalium maximam ... Dixit donec ad supplicium, nescio an innocens, certe tamquam innocens ducta.
Ebbene Domiziano, deluso, fremeva e si agitava in un'immensa avversione. Infatti, poiché aveva intensamente desiderato seppellire viva Cornelia la più nobile delle Vestali, perchè riteneva che con esempi di siffatto genere fosse resa famosa la sua era, con l'autorità di pontefice massimo, o piuttosto con la ferocia di un tiranno, con l'abuso di un padrone, chiamò gli altri pontefici non nella Reggia [del pontefice masso sito sulla via sacra] ma nella villa di Albano.
E con una malvagità (scelus, sceleris) non minore di quella che prevedeva di punire, la condannò per incesto mentre ella era assente ed inascoltata, quando egli stesso aveva non solo macchiato con l'incesto, ma in vero anche ucciso la figlia di suo fratello; giacchè la vedova morì con un aborto. Vennero subito mandati i pontefici per sotterrarla e per ucciderla. Quella, tendendo le mani ora a Vesta ora agli altri Dei, gridava molte cose, ma più ripetutamente questa:
"Cesare mi reputa incestuosa, ma quando io celebravo le cerimonie sacre egli ha vinto e ha trionfato!". La disse fino all'esecuzione, io non so se [fosse] innocente, certamente (lo disse) tanto quanto una condotta (a morte) da innocente (da Plinio il Giovane)