Pater meus, cum parvi agri erus esset, in Flavii ludum me non misit – ibi cum loculis ...

Mio padre, poiché era proprietario di un piccolo campo, non mi mandò alla scuola di Flavio – lì si recavano con le cassette e le tavolette di cera i figli dei centurioni più ricchi.

Accadde che una volta mio padre mi portasse, da bambino, a Roma, affinché imparassi le arti che i figli dei cavalieri e dei senatori imparano.

Quindi, poiché tutti mi credevano ricco per antichissimo patrimonio familiare, per le strade di Roma camminavo con una veste sontuosa e con molti servitori. Non aggiungerò molte cose: crebbi nella pudicizia, primo segno di virtù;

mio padre mi preservò da ogni cosa vergognosa, mi ammoniva di non cercare il guadagno a ogni costo. A causa di queste cose si deve a mio padre una grande lode da parte mia.

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