Sulla strada verso l'India
Dein Alexander non salutari sed adorari se iubet.Acerrimus inter recusantes Callisthenes fuit. Quae res et illi et multis principibus Macedonum...ut intellegeret parcendo se consulisse non tam oppidanis quam exercitui suo.
Poi Alessandro ordinò (presente storico) di non acclamarlo ma di venerarlo. Tra coloro che si opponevano fu più accanito Callistene.
Questa cosa fu rovina sia per lui sia per molti nobili fra i macedoni (genitivo partitivo), perché sotto il pretesto di tradimento vennero tutti uccisi. Ciononostante i Macedoni, esecrato l'atto di adorazione, mantennero il vecchio modo di salutarlo. Dopo questi avvenimenti si diresse verso l'India, per portare i confini dell'impero sino all'Oceano e all'estremo Oriente.
Affinché anche l'equipaggiamento dell'esercito fosse consono alla fama del suo regno, rivestì d'argento le falere dei cavalli e le armi dei soldati e chiamò il suo esercito "gli Argiraspidi" per gli scudi d'argento. Quando giunse alla città di Nisa, giacché i cittadini non lo contrastavano confidando nel suo timore religioso per Padre Libero, che aveva fondato la città, ordinò di risparmiarli. Allora condusse l'esercito allo spettacolo del monte sacro ricoperto di viti e di edera.
Ma i suoi soldati, quando arrivarono davanti alla montagna, infiammati da un improvviso moto dell'animo, levando alte grida verso i luoghi sacri del Dio, corsero qua e là, senza farsi male, sotto lo sguardo stupito del re, sicché egli capì che risparmiandoli aveva avuto cura non tanto dei cittadini quanto del suo esercito.