Bella civilia magnae cladis causa Romanorum rei publicae magistratuum iussis, sed fidem ...
Le guerre civili furono causa di grande rovina per lo stato dei Romani. Dopo il consolato di Mario, l'esercito oramai non obbediva all'autorità del senato e agli ordini dei magistrati dello Stato, ma prestava fedeltà solamente al generale, esperto di arte militare, con la speranza di guadagno e di bottino.
Silla aveva realizzato molte opere pubbliche e aveva alleviato la miseria della plebe, ma aveva ridotto il potere dei tribuni della plebe: abolì infatti il diritto di intercessione e di inchiesta senza l'autorizzazione del senato.
Per mezzo di nuove leggi punì la violenza e i crimini contro lo Stato, ma da Silla furono emanate anche le liste di proscrizione. Nella guerra civile molti uomini onesti persero il patrimonio familiare, molti scellerati invece accrebbero i propri beni. I cittadini onesti disperavano della salvezza dello Stato; i disonesti aspiravano agli onori e alla ricchezza, commettevano una lunga serie di delitti, corrompevano i costumi dei giovani.
Non c'era nessuna speranza di rimedio a mali tanto grandi. Nelle circostanze avverse la lealtà degli amici era incerta e fragile, poiché per la speranza di guadagno venivano denunciati anche parenti da parenti. Furono giorni infelici per lo Stato dei Romani.