Cicerone rimprovera Trebazio - Duo latino pagina 324 numero 254
CICERO TREBATIO
Chrysippus Vettius, Cyri architecti libertus, fecit ut te non immemorem putarem mei;...
Cicerone a Trebazio Crisippo Vezio, liberto dell'architetto Ciro, fece in modo che io pensassi che tu non mi fossi irriconoscente; mi saluta infatti con le tue parole.
Sei già molto splendido che ti pesa d'inviarmi una lettera, tramite un uomo (da parte di una persona) veramente molto confidenziale. Perciò se ti dimentichi di scrivere, molti incapperanno di meno in te come avvocato in una causa; se ti sei dimenticato di noi, m'impegnerò a venire lì prima di dissolvermi completamente dal tuo animo.
Se il timore della campagna militare estiva ti debilita, escogita qualcosa, come facesti per la Britannia. In effetti ho ascoltato molto volentieri dallo stesso Crisippo, che tu sei familiare a Cesare. Ma per Ercole avrei preferito, cosa che era più coerente, conoscere il più spesso possibile delle tue faccende dalle tue lettere. Sarebbe sicuramente avvenuto così questo se tu avessi preferito la benevolenza rispetto ad apprendere bene i diritti giuridici delle liti. Ma abbiamo detto per scherzo tali cose e conformemente al tuo costume e non per nulla anche il nostro.
Ti amo molto e da un lato desidero e dall'altro confido anche di essere amato da te.
(By Maria D. )
Versione tratta da Cicerone