Comportamento ostile dei Germani - Duo latino pagina 113 numero 45
Dum haec in conloquio geruntur, Caesari nuntiatum est
Mentre durante il colloquio si compivano tali cose, fu annunciato a Cesare che i cavalieri di Ariovisto si accostavano più vicino all'altura e cavalcavano verso i nostri, che gettavano le pietre e i dardi contro i nostri.
Cesare pose la fine del colloquio e si ritirò presso i suoi e ordinò ai suoi di non rigettare insomma alcun dardo contro i nemici. Infatti anche se vedeva che la battaglia sarebbe stata senza alcun rischio della legione prescelta con la cavalleria, tuttavia riteneva che non bisognasse intraprendere la battaglia, affinché nel momento in cui fossero stati respinti i nemici si potesse dire che questi erano stati ingannati da lui nel colloquio per mezzo della fiducia.
Dopo che fu divulgata nella mischia dei soldati, con che arroganza Ariovisto nel colloquio aveva vietato ai romani gli usi (le necessità) in tutta la Gallia e i cavalieri di costui avevano attaccato contro i nostri e questa ragione aveva interrotto il colloquio, molto più l'alacrità e un maggiore desiderio di combattere s'innescò nell'esercito. Due giorni dopo Ariovisto invia i legati presso cesare: desiderava discutere con lui in merito a quelle cose, che si era iniziato a discutere tra di loro e non erano state portate a termine.
La motivazione del colloquiare non sembrava opportuna a Cesare, e tanto più, per il fatto che il giorno prima di quel giorno i Germani non avevano potuto essere trattenuti (trattenersi) dal gettare i dardi contro i nostri.
(By Maria D. )
Versione tratta da Cesare