Vergognose condizioni dell'esercito - Duo latino pagina 193 numero 110
Sed ubi in Africam venit, exercitus ei traditus a Sp. Albino proconsule iners inbellis, neque periculi neque laboris patiens, lingua quam...
Ma non appena giunse in Africa, l'esercito consegnatogli dal proconsole Sp. Albino non adatto alla guerra, né tollerante della fatica e del pericolo, più capace nel parlare che nella forza, predatore degli alleati (tra gli alleati) e esso stesso preda dei nemici, fu ritenuto senza potere e modestia.
Così si accostava al nuovo comandante più conformemente ai cattivi costumi dell'inquietudine che in base alla quantità dei soldati d'aiuto o della buona speranza. Infatti Albino, colpito dalla strage dell'esercito e del fratello Aulo, dopo che aveva deciso di non uscire dalla provincia, per quanto tempo fu in potere nell'accampamento d'estate, spesso aveva i soldati nell'accampamento di sosta, se non colui che l'odore o la mancanza di foraggio aveva costretto a cambiare luogo.
Ma non era munito, né le sentinelle erano indotte secondo il costume militare; come ad ognuno piaceva, si allontanava dalle insegne; i vivandieri immischiati Con i soldati vagabondavano di notte e di giorno, e e vagabondando depredavano i campi, espugnavano le ville, gareggiando a far bottini di bestiame e tutte le altre cose da prendere e le scambiavano con i mercanti in cambio del vino importato e altre cose di tal genere;
inoltre vendevano il frumento dato pubblicamente, acquistavano il pane di giorno in giorno.
(By Maria D. )
Versione tratta da Sallustio