Il poeta e la poesia sono divini - Duo latino pagina 237 numero 154
Hunc ego non diligam, non admirer, non omni ratione defendendum putem? Atque sic a summis hominibus eruditissimisque accepimus, ceterarum...
Io non dovrei apprezzare Archia? Non dovrei ammirarlo? Non dovrei pensare di doverlo difendere con ogni mezzo?
E così abbiamo appreso dagli uomini sommi ed eruditissimi, che gli studi delle restanti cose sono formati dalla dottrina dai precetti e dall'arte: il poeta vale grazie alla stessa natura, ed è eccitato dagli impeti della mente, ed è infiammato per così dire da un certo spirito divino. Per tale motivazione secondo il proprio diritto quel nostro Ennio chiama i poeti santi, per il fatto che sembrano che ci siano stati affidati come se fossero un dono ed un regalo degli dèi.
Per tale ragione a suo diritto, o giudici, il nostro Ennio chiama i poeti santi, perché tutti pensano che questi ci sono stati affidati per così dire come un dono e regalo Sia dunque, giudici, santo presso di voi, umanissimi uomini, questo nome di poeta, che nessuna barbaria violò mai. I sassi e i deserti rispondono alla voce, le bestie spesso immani si piegano al canto e si arrestano.
I colofoni dicono che omero è loro cittadino, gli abitanti di Chio lo vendicano come proprio, gli abitanti di salamina lo richiedono, gli Smirni in verità attestano che sia loro pertanto consacrarono in città un santuario di costui, moltissimi altri inoltre sono in rivalità e si sfidano tra loro.
(By Maria D. )
Versione tratta da Cicerone