I limiti dell'amicizia - Duo latino pagina 272 numero 195

Haec igitur lex in amicitia sanciatur, ut neque rogemus res turpes nec faciamus rogati. Turpis enim excusatio est et minime accipienda cum in ceteris peccatis,

Sia sancita dunque questa regola nell'amicizia, che non chiediamo cose turpi né le compiamo anche se siamo pregati.

Infatti è una scusa vergognosa e per nulla accettabile sia in tutti gli altri peccati, sia se qualcuno abbia confessato di aver agito contro lo stato per un amico. Per tale ragione tale armonia di disonesti non solo non deve essere coperta dalla scusa dell'amicizia (sotto la scusa dell'amicizia) ma bisogna vendicarla con ogni supplizio, affinché nessuno pensi che sia concesso di seguire un amico per così dire che dichiari guerra alla patria; in effetti, come la cosa iniziò a svolgersi, non so se ciò avverrà in futuro.

In verità non è per me di minor cura, quale stato ci sarà dopo la mia morte, rispetto a quale oggi ci sia. Dunque sia sancita questa come la prima regola dell'amicizia, il chiedere (che noi dobbiamo chiedere) agli amici le cose oneste, il compiere per gli amici le cose oneste, il non esigere neppure, finché non siamo interpellati; sia presente sempre il desiderio, l'attesa (il temporeggiamento); in verità dobbiamo osare di dar liberamente il parere.

L'autorità di amici ben persuasivi valga moltissimo nell'amicizia, e questa sia utilizzata non solo per ammonire apertamente ma anche energicamente, se la situazione lo richiederà, e sia a disposizione della situazione utilizzata (adoperata).
(By Maria D. )

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