Sullo stile - Duo latino pagina 283 numero 209

Sed ut ad propositum revertar, audi quid me in epistula tua delectaverit: habes verba in potestate, non effert te oratio nec longius quam destinasti trahit....

Ma per tornare al proposito, ascolta cosa mi abbia dilettato nella tua lettera: hai le parole in potere (hai la padronanza delle parole), il discorso non ti trascina non ti trasporta più lontano di quanto tu hai fissato.

Vi sono molti che sono invitati a scrivere per ciò che non avevano avuto intenzione per il decoro di una qualche parola piacevole, cosa che a te non accade: tutte le cose sono incalzate e adattate alla situazione; parli quanto vuoi e e lasci intendere più di parlare. Questa è la manifestazione della cosa più grande: appare che anche l'animo non ha nulla di superfluo, nulla di gonfio.

Trovo tuttavia traduzioni di parole in modo tale che quelle cose di per sé un rischio non le rendono così avventate; trovo le immagini, che se qualcuno non ci vieta di utilizzare e pensa che siano concesse ai soli poeti, mi sembra che nessuno degli antichi le abbia lette, presso i quali non era stata ancora catturata un'orazione plausibile:

quelli, che discutevano semplicemente e per dimostrare una cosa, sono pieni di parabole, che ritengo necessarie, non per quella stessa causa dei poeti, (per cui sono necessarie ai poeti), ma per essere ancella della nostra debolezza, per condurre sia colui che parla sia colui che ascolta ad un livello eccellente.
(By Maria D. )

Versione tratta da Seneca

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