L'avvento della repubblica a Roma - Duo latino pagina 188 numero 103

Dopo aver ottenuto la libertà, Roma conobbe una crescita esponenziale, spinta da un forte desiderio di gloria.

La gioventù si dedicava con ardore all'addestramento militare, bramando armi pregiate e destrieri da guerra. La virtù era il loro faro, rendendoli capaci di affrontare qualsiasi avversità e nemico.

Ambivano alla gloria, combattendo con valore per la fama e la ricchezza. La loro brama di lodi li rendeva generosi con i beni materiali, desiderando gloria duratura e ricchezza onesta.

Sed civitas incredibile memoratu est, adepta libertate, quantum brevi creverit: tanta cupido gloriae incesserat....

Ma è incredibile da ricordare quanto la cittadinanza, raggiunta la libertà, sia cresciuta in breve tempo: incedeva tanto desiderio di gloria.

Ormai prima di tutto la gioventù, non appena era tollerante della guerra, apprendeva nell'accampamento con la fatica l'uso della milizia e nutrivano il desiderio più nelle armi decorose e nei cavalli militari che nelle meretrici e nel banchetto. Dunque in tali uomini non c'era una fatica insolita, alcun luogo impervio o arduo, un nemico armato terribile: la virtù aveva domato ogni cosa. Ma c'era tra questi stessi la massima contesa della gloria: ognuno si affrettava a ferire il nemico, a scalare il muro, adessere osservato, mentre compiva un tale delitto.

Ritenevano questa la ricchezza, questa la buona fama e la grande nobiltà.

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