Cultura greca e sapienza pratica romana
In Graecia doctrina et omnia litterarum genera maxime floruerunt, et omnes fere iuvenes ad studia gloriae cupiditate...
In Grecia fiorirono enormemente la filosofia e tutti i generi di letteratura, inoltre quasi tutti i giovani erano spinti agli studi dal desiderio di gloria.
Presso i Greci non soltanto i poeti, gli oratori, gli storici e i filosofi ma anche i musici furono tenuti in grande considerazione. Infatti i Greci attribuivano grandissima cultura alla musica vocale e strumentale. E così Epaminonda, capo dei Tebani, poiché suonava egregiamente con la cetra, fu fortemente elogiato, Temistocle, invece, celebre vincitore dei Persiani, poiché nei banchetti rifiutava la lira, fu considerato un ignorante.
Al contrario i Romani ottennero non con la letteratura, ma per natura l'importanza, la costanza, la grandezza d'animo, la giustizia e la lealtà, eccellente virtù in ogni circostanza. A Roma i poeti furono conosciuti e accolti in ritardo. Per molti anni la filosofia non ebbe alcuna importanza. Gli oratori furono validi ma non eruditi. Tuttavia i Romani rispettarono sempre con grande attenzione le tradizioni e la cultura domestica e familiare, governarono lo stato con giusti istituti e giuste leggi.
Praticarono soprattutto l'arte militare: infatti grazie all'avvedutezza dei comandanti e al valore dei soldati e alla disciplina, non soltanto furono sconfitti molti e grandi eserciti di nemici, ma furono anche allargati i confini dell'impero.
Versione tratta da: Cicerone