Patria ingrata.

L'Ateniese Milziade, figlio di Cimone, fu un comandante abile e illustre. Molto amante della patria, fu per molto tempo a capo dell'esercito degli ateniesi.

Partecipò a molte battaglie, non venne mai meno al suo dovere e alla fine difese la libertà dei suoi concittadini dall'attacco dei Persiani. Quando il re dei Persiani intraprese la guerra, poiché desiderava ridurre in schiavitù tutta la Grecia, Milziade con un piccolo esercito di cittadini Ateniesi mosse contro i nemici, e, sul campo di Maratona, che dista poco da Atene, sconfisse una grande quantità di Persiani.

E così le arroganti truppe dei Persiani ritornarono tristi in Asia e la Grecia fu salvata. La battaglia di Maratona fu celebrata in tutte le epoche, poiché mai un così piccolo manipolo di uomini vinse così grandi truppe di nemici. Allora Milziade fu celebrato con altissime lodi, ma poco dopo non scampò agli animi ingrati dei suoi concittadini. Infatti guidò la guerra contro le isole Greche che avevano offerto aiuto alla flotta dei Persiani, ma, poiché non riuscì ad espugnare Paro, fu accusato di tradimento e fu multato di parecchio denaro.

Poiché non riusciva a pagare la multa fu gettato in carcere dove morì povero e solo. La morte di Milziade di certo non giovò agli Ateniesi, fu anzi di danno a tutta la Grecia, poiché la sua autorità era grandissima anche presso tutte le popolazioni straniere.

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