Quidam Graecus, qui se peritum poetam putabat, quia imperatoris Augusti gratiam sibi conciliare volebat, cotidie Augusto ...
Un Greco che si reputava un abile poeta, poiché voleva conciliarsi la riconoscenza dell'imperatore Augusto, quotidianamente andava incontro ad Augusto e gli porgeva un lungo poema, in cui venivano celebrate non solo le innumerevoli e straordinarie qualità morali dell'imperatore, ma anche la sua grande devozione verso gli dei; inoltre Augusto veniva proclamato onore e gloria del genere umano e dell'impero Romano.
Ma Augusto, che disprezzava gli adulatori e i poetastri, ogni giorno scacciava quell'uomo e rifiutava la sua opera. Infine, l'imperatore stanco a causa dell'insistenza del poeta, scrive a sua volta un piccolo componimento per scherno del poeta e, quando vede il Greco (lo) porge a lui. Il poeta legge immediatamente il carme di Augusto e finge una immensa gioia, in seguito dà all'imperatore alcune monete dicendo:
"Vorrei darti di più, ma non ho altro!" Augusto ride e, divertito per l'astuzia del Greco, dona molto denaro al poetastro.