Sconfitta e fuga di Antigone, re di Macedonia.
Pirro, re dell'Epiro, dopo essere stato sconfitto dai Cartaginesi in uno scontro navale in Sicilia, invia ad Antigono, re della Macedonia, ambasciatori per richiedere mezzi e un rinforzo di soldati, annunciando, in caso contrario, la rottura dell'alleanza.
Quando gli ambasciatori riferirono il rifiuto di Antigono, Pirro, senza dare spiegazioni, simula una partenza improvvisa. Intanto convoca gli alleati per la guerra, affidando la difesa della rocca di Taranto al figlio Eleno e all'amico Milone.
Dopo essere ritornato in Epiro, immediatamente occupa i territori della Macedonia; gli va incontro Antigono con l'esercito e sconfitto in battaglia, viene messo in fuga. Così, in questo modo, Pirro accolse in resa la Macedonia e, come se avesse compensato i danni della perdita della Sicilia dal momento che aveva conquistato il regno di Macedonia, mandò a chiamare il figlio Eleno e l'amico Milone. Antigono invece, con pochi cavalieri, compagni di fuga, si rifugiò a Tessalonica, poiché, da quel luogo, aveva intenzione di riprendere la guerra con una squadra mercenaria di Galli. Sconfitto di nuovo da Tolomeo, figlio di Pirro, persa la speranza di dominio, cerca la salvezza con la fuga, scappando insieme a sette compagni.