Il console M. Atilio arresta la fuga dei suoi
Iam exiguum inter duas acies erat spatium... an hoste pugnare malis".
Ormai tra i due eserciti schierati a battaglia c'era un esiguo spazio, e stavano aspettando finché cominciasse da parte dei nemici prima l'attacco, prima il clamore.
Di propria iniziativa, tra coloro che agivano malvolentieri e cercavano scappatoie, iniziò una lenta battaglia con un clamore incerto e disuguale; nessuno si muoveva con la pianta del piede. Allora il console romano, per sollecitare la situazione, lanciò senza ordine i pochi squadroni dei cavalieri. Da quel momento lo scontro fu un po' stimolato; e parecchi sanniti alquanto più sollecitamente si erano slanciati, e la stessa cavalleria agitata calpestava i propri presidi con i cavalli spaventati.
Da quel momento iniziata la fuga respinse tutto l'esercito schierato a battaglia romano; ed ormai i sanniti combattevano alle spalle di coloro che fuggivano quando il console, correndo con il cavallo oltre la porta dell'accampamento, e lì posta davanti la guarnigione dei cavalieri, e in base ad un ordine che, chiunque occupasse la trincea, sia se quello fosse un romano, sia se fosse sannita, si tenesse dinanzi all'accampamento, egli stesso minacciando tali cose ostacolò i suoi che protendevano confusamente verso l'accampamento.
Disse "Dove ti dirigi, soldato? Qui troverai sia le armi che gli uomini, non entrerai nell'accampamento, finchè il tuo console sia vivo, eccetto che come vincitore; quindi scegli se preferisci combattere con il concittadino o con il nemico".
(By Maria D.)
Versione tratta da Livio