Il pavone di Giunone
Quondam pavo suaves luscinii cantus audiverat; tunc certatim cantando, rauca et inconcinna voce omnium avium risum movit... singularem speciem habes».
Un giorno il dolce pavone aveva ascoltato i canti di un usignolo; allora cantando a gara, con la voce rauca e non armoniosa suscitò il riso di tutti gli uccelli.
Allora il pavone con voce supplichevole chiamò a testimonio Giunone: "o Giunone, regina degli dèi e delle dee, dona la voce e il canto soave anche al pavone, l'uccello di Giunone; le divinità hanno donato al pavone la forma più bella, ma senza la soavità della voce suscitiamo il riso di tutti gli altri uccelli". Allora la Dea Giunone parlò così: "L'arbitrio della sorte e del destino ha donato le doti a tutti gli uccelli: all'aquila le forze, all'usignolo la voce ed il canto, alla cornacchia i malauguri, al pavone l'aspetto formoso.
Pertanto nessun uccello fu ornato di tutte le doti. Tu superi tutti gli uccelli per fama, per grandezza, per eleganza, per le piume dipinte, per la coda gemmata.
Come tutti gli altri uccelli sono contenti delle loro doti, così anche tu devi essere soddisfatta della tua forma: infatti al posto di tutte le altre cose hai un aspetto singolare".
(By Maria D. )