Le porte del tempio di Giano
Cum bello Sabino, quod ob virginarum raptum commissum est... venturum esse.
Durante la Guerra Sabina, che fu intrapresa per il rapimento delle fanciulle, i romani affrettandosi a chiudere la porta che si trovava sotto le radici del Colle Viminale, perché i nemici si lanciavano in direzione di questa stessa, dopo che fu chiusa, videro che si aprì subito spontaneamente.
Essendo avvenuta la stessa cosa una seconda e una terza volta, moltissimi armati stettero come custodi dinanzi alla soglia, perché non si trovassero in alcuna possibilità di chiudere la porta.
Dato che dall'altra parte si combatteva in un'acerrima contesa, improvvisamente si sparse la notizia che i nostri erano stati dispersi da Tazio. Pertanto i Romani, che difendevano l'accesso, furono atterriti e evasero. I Sabini avendo stabilito d'irrompere attraverso la porta spalancata, tramandano che dal tempio di giano tramite questa porta irruppe una massima forza di onde incandescenti, e un gran mucchio di nemici morì. In seguito all'avvenimento a Roma sembrò opportuno aprire le porte in tempo di guerra:
i Romani infatti credevano che il Dio Giano in quel modo sarebbe giunto in aiuto della città.
(By Maria D.)
Versione tratta da Macrobio