Multi antiqui poetae vitam agricolarum canebant et beatam appellabant quia venti frigidi et garrulae aquae in agris aestivos radios mitigant atque agricolis curae acerbae incolarum oppidorum non sunt ...
Molti poeti antichi celebravano la vita degli agricoltori e la definivano felice, poiché i venti freschi e le acque mormoranti, nei campi, mitigano i raggi (solari) estivi e gli agricoltori non hanno le aspre preoccupazioni degli abitanti delle città.
La vita degli agricoltori invece era laboriosa e sgradita: la fatica era terribile, ma il padrone aveva la grande abbondanza di frumento, di uve, di frutti. La cantina del padrone era sempre piena di vino, di olio, di formaggio;
i cibi della tavola del padrone erano spesso capretti, agnelli, galline. Invece gli agricoltori spesso mangiavano lattughe, cicorie, cipolle e rape dell'orto.